X

Come è cambiato il mercato della cannabis legale in Italia negli ultimi 10 anni?

Quando si guarda ai mercati che si sono evoluti negli ultimi 10 anni, è impossibile non chiamare in causa quello della cannabis. Come è cambiato negli ultimi tempi? Nelle prossime righe, abbiamo cercato di fare il punto della situazione in merito.

Indice contenuto

Cannabis: la situazione prima del 2016

Come vedremo tra poco, il 2016 è stato un anno cruciale per il mercato della cannabis in Italia. Come era la situazione prima del suddetto periodo? Rispondere a questa domanda significa, per forza di cose, considerare la normativa che regolamenta la cannabis medica.

In questo caso bisogna prendere come punto di riferimento il 2006, anno a partire dal quale i medici del nostro Paese hanno la facoltà di prescrivere ai propri pazienti preparazioni magistrali realizzate con sostanze attive vegetali a base di cannabis.

La normativa in merito ha permesso al mercato italiano di evolversi notevolmente. Da citare è infatti il fatto che, fino a qualche anno fa, gli ingredienti per la realizzazione di preparazione magistrale venivano importati dall’Olanda.

Il contesto attuale è caratterizzato dalla presenza di una produzione nazionale, che ha preso il via nel 2016. Il luogo dove viene concretizzata la produzione di cannabis per uso medico è lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze.

La cannabis medica è senza dubbio importante ma, quando si parla dei cambiamenti che hanno coinvolto il mercato di questa pianta, è necessario prendere in considerazione la cannabis light. Nelle prossime righe, vediamo assieme come la Legge 242 del 2016 ha dato una svolta a tutto.

Cannabis light: la legge che ha cambiato tutto

Il principale cambiamento relativo al mercato della cannabis negli ultimi anni è partito con la Legge 242 del 2 dicembre 2016. Il testo normativo in questione ha come finalità esplicita quella di promuovere la coltivazione e la filiera della canapa in quanto coltura utile alla riduzione dell’impatto ambientale.

La legge in questione, che recepisce le linee guida della direttiva comunitaria 2002/53/CE, ha fatto chiarezza in merito alle varietà di cannabis coltivabili prendendo come principale riferimento la percentuale di THC, ossia il principio attivo della cannabis con effetti psicoattivi.

Per legge, non può superare lo 0,6%. Rispetto al quadro normativo vigente prima del 2017 – la legge è infatti entrata in vigore nel gennaio dell’anno appena ricordato – la situazione cambia tanti. Prima della 242/2016, infatti, la percentuale massima di THC era lo 0,2.

Un’altra innovazione importante che la Legge 242 ha portato in Italia è l’interesse verso principi attivi della cannabis diversi dal THC. Tra questi è possibile citare il CBD. Detto anche cannabidiolo, si contraddistingue per proprietà di diverso tipo e per il fatto di non avere effetti psicoattivi. Tra i benefici più interessanti va sottolineata l’efficacia antidolorifica, così come gli effetti positivi sui sintomi dell’ansia.

Il CBD è disponibile in diverse forme. Ci sono i cristalli, ma anche gli oli. Quest’ultima alternativa è oggettivamente più vantaggiosa. Il motivo è legato al fatto che, con le gocce, è molto più semplice e immediata l’assunzione.

Dove trovare oli CBD in vendita? A questa domanda si possono dare diverse risposte. Come già evidenziato, la Legge 242/2016 ha cambiato radicalmente il volto del business della cannabis in Italia, dando vita a decine di migliaia di attività imprenditoriali. In questo novero è possibile citare i growshop fisici – per le strade delle nostre città ce ne sono tantissimi – ma anche gli ecommerce. Non bisogna avere alcun timore ad acquistare da questi ultimi. I negozi online di cannabis light sono infatti perfettamente legali e forniscono tutte le informazioni in merito alla tracciabilità dei prodotti, alle normative vigenti e ai benefici della cannabis light (che non ha nulla a che fare con quella medica).

Redazione:
Related Post